Testo ISLAM, di Sharzade Housmand (da Rocca schede n. 3)
Quale è la traduzione letterale della parola Islam? Islam l’infinito del verbo aslama dalla radice selm letteralmente significa consegnarsi con fiducia a Dio.
Selm o salm si traducono pace e salute. Allora islam è: l’indicazione ad una via che ha come progetto far raggiungere l’essere umano alla pace e alla vera salute.
Quali sono le pratiche concrete di questa via? Sono 5 proposte pratiche:
La prima è la testimonianza. Partecipare liberamente, attivamente e in prima persona a proclamare ed essere testimone dell’unicità del creatore dell’universo: monoteismo e testimoniare la veridicità dei Suoi profeti tra cui anche il profeta Mohammad.
La seconda è Salat: la preghiera, che è l’asse fondamentale della religione. Il filo diretto che conduce alla relazione personale con il Signore dei mondi; senza la preghiera la religiosità non sussiste.
La terza è lo Zakat: il contributo concreto ed economico al prossimo come atto religioso; ogni musulmano ha il dovere di associare la preghiera allo Zakat e l’interesse verso i bisogni concreti dei suoi prossimi.
La quarta è il Sawm: il digiuno di un mese (il nono mese del calendario islamico Ramadan). I musulmani nel digiuno esercitano la propria volontà capace di trasformare e cambiare. Esercitano il controllo dei piaceri e i bisogni naturali partendo da quelli più basilari come il bere e il mangiare. E astenendosi dall’alba al tramonto da tutto ciò, rafforzano il credo di poter fare sempre meglio. Condividono in ogni iftar il cibo con i prossimi e in questo elargiscono il senso della generosità e fratellanza. Tutto in ricordo di Dio che è il Signore dell’universo e creatore del cibo dell’acqua e di ogni bellezza e bontà.
La quinta è al hajj: il pellegrinaggio. Tutti i musulmani sono invitati a viaggiare, uscire, andare, incontrare. Incontrare almeno una volta nella vita la Kaaba chiamata bait Allah, casa di Dio. Si trova nella città di Mecca chiamata umm al qura: la madre. In questo uscire e andare e incontrare oltre a vedere il cubo (Kaa-ba) essenzialmente si incontra il volto dell’altro. Milioni di musulmani, donne, uomini, giovani, vecchi, ricchi e poveri si tolgono ogni nome, veste e accessorio e si coprono soltanto di una tunica bianca di cotone e cominciano un movimento circolare (come il movimento dell’atomo e dei pianeti) intorno alla Kaaba per sette volte. Ma all’interno della Kaaba letteralmente non c’è nulla. Il grande vuoto! e il miracolo dell’incontro con i volti umani raggiunti da 4 angoli della terra con tutte le diversità immaginabili crea un’onda di energia umana che profuma di sacro e guida e indica la via della fratellanza universale. Un altro esercizio religioso che educa e istruisce. L’unica voce che si alza dalla massa in aria è: Allahumma labbaik, eccomi Signore.
In cosa credono i musulmani?
Il fondamento teologico di tutte le scuole islamiche si concentra in tre punti:
tawhid, il monoteismo che ha un senso profondo che include la sfera individuale collettiva corporale, spirituale e razionale. Letteralmente significa unificazione. Unificare la relazione individuale tra corpo, spirito e anima per trovare l’equilibrio armonioso personale. Tawhid dell’unificazione collettiva, sapendo l’origine unitaria della famiglia umana presentata dal corano con Adamo ed Eva e la visione unificata tra cielo e terra. La sfera della vita carnale non è separata dalla sfera della vita spirituale e da qui nasce anche il non considerare il celibato un atto religioso. Al livello razionale tawhid indica la reale unificazione del mondo umano, animale, vegetale, minerale. E anche tra le religioni! Ilahukum wa Ilahuna wahid. Il nostro e il vostro Signore è uno solo.
Nabuwwat: profezia.
La Vita e il Signore della vita oltre a comunicare con i segni del suo stesso creato con gli esseri umani entra in comunicazione spirituale con i profeti che a loro volta saranno testimoni e messaggeri della parola di Dio. La teologia islamica nella tradizione propone un numero simbolico di 124000 profeti. Ciò indica il concetto universale della profezia. La fonte della. Sapienza è una sola ma in terre e tradizioni e luoghi diversi si irradia con diverse manifestazioni ma tutto in armonia. Tawhid e nabovvat si spiegano reciprocamente.
Il terzo punto del credo islamico è al maad: la resurrezione.
Credere che niente va perduto e tutto viene registrato nell’«hard disk» universale. Dice il corano: «chi opera un opera buona al peso di un atomo lo troverà e chi opera il male al peso di un atomo lo troverà». Perciò l’essere umano creato libero è responsabile di ogni suo atto. E le ingiustizie sulla terra sono le conseguenze della fiducia del Creatore che ha affidato il pianeta terra all’essere umano: «inni ja’ilon filarzi khalifa». Io metto sulla terra il mio successore umano! Questo è ciò in cui credono il miliardo e mezzo di musulmani nel mondo e ciò che praticano.
Due note di spiegazione. Il Dio dell’islam ha infiniti nomi. Ogni nome bello appartiene a Lui dice il corano. Allah è solo uno di quelli e non è un idolo. La formula che apre 113 capitoli su 114 del corano è bismillah al Rahman al Rahim. Una formula trinitaria composta da Allah Rahman e Rahim. Allah letteralmente non ha un significato particolare e perciò l’unica traduzione è il Dio. Ma il segreto è nei due nomi Rahman e Rahim che entrambi hanno la radice rahma: misericordia, compassione, amore. Rahman nel dizionario del corano è tradotto Amore. Ilcorano lo ripete in ogni inizio capitolo.
Il corano: qur’an dalla radice qr’ significa lettura. La tradizione islamica spiega che l’unico miracolo del profeta Muhammad è il libro. Un invito radicale alla lettura e alla conoscenza: ilm che è il criterio della supremazia dell’essere umano sugli altri viventi. Se usato bene al servizio del Bene lo renderà l’autentico khaliffo (luogotenente) del Signore del creato e se abusato lo renderà la distruzione di sé e degli altri.
Concludiamo con la preghiera più recitata dai musulmani. (Il padre nostro coranico).
Nel nome di Dio pienezza di Amore e misericordia.
Lode a Dio Signore dei mondi Amore e Misericordia
IlRe del giorno del giudizio Te noi adoriamo, di Te imploriamo il soccorso.
Dirigici nel cammino retto: Il cammino di coloro che hai colmato di favori;
Non il cammino di quelli che incorrono nella Collera, Né quello degli sviati.