Questo testo, estratto da un intervento della Presidente, Genevieve Ninnin, è stato pubblicato in lingua francese nel numero 2-2014 del bollettino della sezione belga dell’Associazione Europea degli Insegnanti, disponibile sul sito http://www.aede-el.be
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Il mio obiettivo è di presentarvi brevemente e il più semplicemente possibile l’Associazione Pedagogia Globale con la speranza di favorire degli scambi tra di noi, che possano arricchirci ed aiutarci a lavorare meglio.
Pertanto, vorrei rispondere ad alcune domande iniziando con dove, poi quando e chi e infine perché e come
Prima domanda : dove è nata Pedagogia Globale ?
A Milano, nell’ambito delle prime esperienze di “Educativa di strada” più o meno ispirate all’esperienza francese di “Education en milieu ouvert”.
Seconda domanda: quando e chi?
Alla fine degli anni ’60, tre amici avevano deciso di impegnarsi in qualità di educatori di strada nel progetto del “Centro milanese Sport e Ricreazione” tendente ad organizzare sistematicamente, nei vari quartieri della città, dei campi gioco animati da uno o più educatori in grado di esercitare una azione positiva a beneficio dei ragazzi del quartiere.
Il primo, Felix, maestro di formazione, terminava una laurea in pedagogia e si apprestava a presentarsi al concorso per diventare direttore di scuola elementare; il secondo, Beppe, studente in sociologia, lavorava peraltro nell’ambito delle attività integrative delle scuole comunali; la terza, Sandra, era insegnante in una scuola materna comunale.
A loro erano stati affidati dei campi gioco in tre quartieri diversi della città: Felix, in un quartiere periferico a forte popolazione migrata dal Sud dell’Italia, Beppe in un quartiere a fortissima immigrazione straniera e con presenza di numerose famiglie di ex-detenuti, Sandra in un quartiere più centrale ma con una popolazione assai eterogenea. Si resero rapidamente conto che i problemi rilevati potevano essere assai diversificati ma presentavano tuttavia una serie di denominatori comuni, per cui presero la decisione di incontrarsi regolarmente per analizzare e confrontare le loro esperienze.
Terza domanda : perché e come ?
I nostri tre amici si accorsero che, a causa della relativa novità dell’educativa di strada, mancava una letteratura di sostegno; decisero quindi, di cercare sostegno presso il professore Umberto Dell’Acqua, psicologo e pedagogista, che essi avevano incontrato durante la loro formazione e che dirigeva allora il Centro milanese di studi e ricerche sui problemi della disabilità minorile.
Dai loro frequenti incontri nacque la convinzione che, in ogni processo educativo, non sia possibile accontentarsi della sola presenza dell’educatore o dell’insegnante allorché tutte le professioni sono, in un modo o nell’altro, coinvolte nel processo stesso.
Per questo motivo, molto rapidamente, l’attività del gruppo interessò tutte le professioni coinvolte nei “servizi alla persona”: innanzitutto insegnanti già in servizio nei vari livelli della Pubblica Istruzione università compresa, psicologi, medici, assistenti sociali e sanitari, ma pure degli attori di teatro e dei musicisti, dei giuristi e dei responsabili politici o amministrativi, i quali condividevano l’urgenza di un confronto-crescita sui problemi legati allo sviluppo e alla piena realizzazione della persona umana.
I primi anni furono dedicati principalmente alla costruzione di un linguaggio comune, ad un confronto sistematico con esperienze nuove sia in Italia che all’estero, ad ascoltare, discutere, a volte contestare, ma sempre con l’intento di elaborare un sapere e delle proposte di professionisti sia interni che esterni al nostro gruppo.
Nel 1979, convinti che il cammino percorso meritasse un riconoscimento ufficiale, abbiamo costituito l’Associazione Pedagogia Globale con atto notarile.
E se per caso vi chiedeste per quale ragione abbiamo scelto questo nome, troverete la risposta in questo stesso sito, nel testo “La ragione di un nome”.
Per rendere tutto ciò possibile, abbiamo lavorato molto !
All’inizio, avevamo ogni mese un incontro di “auto-formazione assistita” di una domenica intera e un soggiorno annuale di 2 o 3 giorni battezzato “A casa di…” in quanto ci permetteva di incontrare nel suo ambiente di vita e di ricerca uno o più specialisti delle scienze dell’Uomo, in vista di uno scambio di esperienze.
Da tutto questo lavoro è nata una consapevolezza assai precisa delle nostra filosofia di base, che abbiamo esplicitata nel testo “Finalità e scelte di azione” e che rimane un riferimento stabile per ognuno di noi, indipendentemente dalle specificità della professione che esercitiamo o abbiamo esercitato.
E oggi?
Come succede inevitabilmente in ogni associazione, le esigenze della vita hanno condotto un certo numero dei nostri soci ad allontanarsi da PG. Per alcuni, ciò ha senza dubbio rappresentato un cambiamento profondo di orientamento; ma abbiamo il sentimento che, per la maggior parte di essi, si tratti di un distacco solo formale imposto dalle necessità familiari o professionali, in quanto ci rendiamo conto –quando ci capita di incontrare di nuovo “vecchi compagni di strada”- che la filosofia di base è rimasta immutata.
E se interpellerete Sandra sulla sua attuale lettura delle ragioni di esistere di PG, vi risponderà sicuramente così:
“La nostra filosofia di base è nata e cresce da e con Pedagogia Globale, attraverso un incontro –e, a volte, uno scontro- tra persone diverse, già “formate” che operano in contesti diversi ma hanno l’onesta intellettuale di cercare per trovare.
Io credo che questa filosofia di base costituisca oramai un punto di riferimento stabile e che sono le metodologie delle varie professioni che continuano ad evolvere nella misura in cui viviamo in una realtà in continuo cambiamento”.
Anche il nostro ritmo di lavoro si è modificato col tempo ed oggi i nostri incontri domenicali di formazione ed approfondimento sono bimestrali. Abbiamo mantenuto il viaggio annuale “a casa di…” ma abbiamo aperto le nostre attività più largamente sull’esterno, assumendo, nel 2008, lo statuto di Associazione di Promozione sociale a vocazione culturale, che ci permette di aumentare la nostra presenza nel sociale pur continuando ad incontrarci per leggere insieme i problemi emergenti.
Cerchiamo pure di mantenere attivi i contatti internazionali che abbiamo sviluppato nel corso degli anni, in particolare nelle associazioni francesi “Constellation” et “Office culturel de Cluny” di cui riferiamo nel menu “Rapporti internazionali”.